venerdì 20 luglio 2012

COPPIE DI FATTO, QUAL È VERAMENTE IL PUNTO?

Il primo post di questo mio blog lo dedico alla tematica delle coppie di fatto. Sia ieri che oggi se ne è parlato sui giornali.
Non farò politica, ma vi dirò cosa dice la nostra Costituzione. E cercherò di dirvelo in modo semplice e chiaro; ogni domanda o commento sarà sempre ben accetto.

Come probabilmente la maggior parte di voi sa, nel nostro paese i diritti delle coppie non sposate sono quasi nulli. Al convivente more uxorio non sono riconosciuti diritti successori (una coppia di fatto è sempre obbligata a fare testamento, e comunque questo non esclude la quota di legittima che spetta in ogni caso ai famigliari stabiliti dalla legge), non è riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità nel caso di morte del convivente, non sono garantiti diritti in merito alle scelte legate alla salute del compagno/a, e questi solo per fare alcuni degli esempi più rilevanti.
La Costituzione non disciplina espressamente le coppie di fatto (e non c’è da stupirsi, era il 1948). L’articolo 29 della Carta “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Nella Costituzione il riconoscimento del legame affettivo chiamato famiglia dipende dal matrimonio; per la Costituzione non si può chiamare famiglia nessun rapporto che non sia basato sul matrimonio. Questo, però, non significa che disciplinare i rapporti tra i conviventi sarebbe incostituzionale, stiamo attenti. Infatti, l’articolo 2 della Costituzione “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo SIA NELLE FORMAZIONI SOCIALI OVE SI SVOLGE LA SUA PERSONALITÀ (…)”, e la famiglia di fatto è sicuramente una di queste formazioni sociali che la Costituzione riconosce e vuole garantire. Cosa significa dunque questo? Significa che la Costituzione riconosce sia la famiglia fondata sul matrimonio sia quella basata sulla convivenza, ma (che ci piaccia o no) accorda un riconoscimento privilegiato a quella fondata sul matrimonio. Quindi, nessuna legge che voglia regolare i rapporti tra i conviventi potrebbe essere dichiarata incostituzionale, a meno che non voglia prevedere una totale equiparazione dalla convivenza al matrimonio. Anche la Corte Costituzionale (prima interprete della Costituzione) ha più volte affermato che la famiglia di fatto merita riconoscimento e tutela, ma non può essere equiparata alla famiglia fondata sul matrimonio, dal momento che la Costituzione le pone su due piani diversi. 
Il punto quindi è: le coppie di fatto sono riconosciute dalla Costituzione in quanto formazione sociale in cui si svolge la personalità dell'uomo, ma mentre la famiglia fondata sul matrimonio gode di una disciplina costituzionale e quindi di una tutela, per così dire più forte, i diritti delle coppie di fatto devono essere previsti dal Parlamento con una legge apposita. Senza questa legge le coppie di fatto non potranno essere equiparate in via giurisprudenziale (dai giudici, cioè) alla famiglia fondata sul matrimonio, perchè la Corte Costituzionale, basandosi sulla Costituzione, riterrà sempre questa equiparazione incostituzionale e irragionevole.



1 commento:

  1. Probabilmente non mi sarei mai soffermata a leggere un articolo sulle coppie di fatto (che mi riguardano molto da vicino!) ma dato che l'hai scritto tu l'ho fatto molto volentieri e molto attentamente... bravissima ceci! con parole semplici hai spiegato in maniera perfetta i "contro" delle coppie "eternamente fidanzate"!
    Mah... speriamo che prima o poi le cose cambino anche in Italia!
    Brava brava!! elly

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